Il 23 marzo 2024 è stato siglato con il legale rappresentante Dott. Gabriele Mori un importante documento, strumento di dialogo e di raccordo, tra la Fondazione Villa Maraini, quale organo operativo e strategico dell’Associazione di Croce Rossa Italiana e della Mezzaluna rossa ed ACROSS. L’accordo quadro, che trova sintesi nella specificità delle mission delle sigle firmatarie, è teso alla promozione ed allo sviluppo di forme di mutua collaborazione in attività di studio, formazione e consulenze di carattere scientifico, oltreché alla partecipazione congiunta a Bandi di finanziamento su specifici progetti. Pur consapevoli della complessità dell’argomento, anche a fronte di una costante evoluzione del complesso intreccio del binomio droga e criminalità, siamo più che certi che programmi di tipo socio sanitario, in una strategia di rete integrata anche tra sigle di settore e P.A., siano oggi l’unica possibile risposta per una azione di rete volta sia alla cura della salute della persona che all’implementazione dei percorsi di inclusione sociale. Nella stessa giornata, nell’ambito di un evento a partecipazione internazionale, promosso dal Dr. Massimo Barra sull’emergenza Fentalyn, alla presenza di alti esponenti dei Ministeri della Giustizia, della Salute e degli Interni, la nostra sigla, quale unica rappresentanza scientifica in ordine ai bisogni di salute reclusi, è stata invitata a prendere parte al Tavolo di confronto, nella persona del presidente Prof. De Risio che, nel rispetto della realtà associativa di ACROSS, ha voluto sottolineare come “non sia più possibile dividere l’aspetto medico-sanitario da quello dell’integrazione tra carcere e territorio. Solo pensando e progettando interventi di natura socio sanitaria capaci di far vivere nelle migliori condizioni possibili le persone private della libertà personale, in ossequio all’art.32 della legge Costituente, si potranno garantire i diritti alla salute ed alla cittadinanza. Se l’obiettivo è il reinserimento, il carcere, nelle sue diverse articolazioni e professionalità, dovrebbe sempre più dotarsi di personale motivato e preparato. Il lavoro con il paziente detenuto, l’attesa rivisitazione del sé stile di vita e la parallela predisposizione di un ambiente esterno, richiedono una notevole integrazione tra gli operatori di diversi servizi ed agenzie, ognuna a proprio titolo impegnata su specifiche funzioni riabilitative. E’ innegabile, per contro, quello che è oggi l’evidenza: frammentarietà e disomogeneità anche dell’intervento sanitario in ambito penitenziario, con conseguente dispersione di risorse e scarso interesse da parte dei professionisti al lavoro intramurario”.